quali sono gli odori che le attraggono
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È di nuovo quella stagione lì, quella in cui stare all’aperto nelle ore meno calde della giornata è piacevole se non fosse per il fastidio delle zanzare. Che, abbiamo appreso anche grazie all’esperienza diretta, non pungono a caso. Oggi infatti qualcosa sulle loro preferenze lo abbiamo imparato. Questione di fisica e di chimica: le zanzare infatti sono sensibili tanto al calore che a determinati odori, che usano per scegliere chi pungere. Così, per esempio, sono preferite dalle zanzare quelle persone che hanno sulla loro pelle elevati livelli di acidi carbossilici, così come quelle con temperature più elevate e livelli più alti di acido lattico (come accade agli sportivi) e che emettono più anidride carbonica. Oggi, grazie a un paio di studi usciti in successione nei giorni scorsi, sappiamo anche qualcosa in più, e auguratamente siamo più vicini a trovare il modo di evitare le punture.

Sarà probabilmente ridondante ribadirlo, ma le punture di zanzare non sono – specialmente fuori dai nostri confini – solo un fastidio. Sono un problema di salute importante: le zanzare (diverse specie) sono vettori di diverse malattie, dalla malaria, alla dengue, alla febbre gialla, alla chikungunya. Sfuggirle o modificarle così da impedire loro di fare da vettori è un tema di grande interesse in ambito di ricerca, parallelamente a quello che mira a sviluppare immunizzazioni. Gli studi che cercano di comprendere cosa attrae le zanzare rientrano soprattutto in questo ambito, e certo, mirano anche a sviluppare un giorno dei repellenti che ce le tengano lontane anche in assenza di importanti rischi sanitari.

Saponi che attraggono e respingono le zanzare

Nelle ultime settimane, dicevamo, sono arrivati i risultati di due (piccoli) studi che ci aiutano a capire meglio le preferenze di questi insetti. Il primo è quello che arriva dai ricercatori del Virginia Tech e conferma che sì i saponi utilizzati per lavarsi possono fare la differenza. Quando infatti alcuni volontari (5) utilizzavano dei manicotti per catturare il profumo della loro pelle dopo essersi lavati con diversi saponi o meno, le zanzare (specie Aedes aegypti, la zanzara della febbre gialla) mostravano delle preferenze. In particolare tre dei quattro saponi usati erano attrattivi, uno, quello al cocco (gli altri erano fruttati o floreali) no. È solo l’inizio, quel che si dice un proof-of-concept, avvertono i ricercatori. Troppo presto insomma per dare indicazioni sui saponi, ma quanto osservato conferma che il mix di odori personali e quello dei saponi altera il comportamento delle zanzare. Per quanto tempo e come in virtù dell’aroma della propria pelle, resta da capirlo.

Un test sul campo in Zambia per le zanzare

L’altro studio arriva invece dalla Zambia dove è stato allestito un curioso esperimento: “Il più grande test a scelta multipla per zanzare”, ci spiega Diego Giraldo della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, tra i primi autori dello studio, innovativo per le dimensioni – una gabbia, meglio un tendone, di mille metri cubi – ma anche per le condizioni: “Abbiamo condotto gli esperimenti in condizioni pressoché naturali, dove le zanzare sono esposte a variazioni naturali del tempo. Inoltre, abbiamo usato l’odore di tutto il corpo dei partecipanti invece che solo l’odore di parti specifiche del corpo”. Per condurre il loro test olfattivo da campo, infatti, i ricercatori hanno posizionato intorno a questo grosso tendone contenente le zanzare (della specie Anopheles gambiae, tra le responsabili della malaria) 8 piccole tende monoposto, dove far alloggiare all’occorrenza per alcune notti dei volontari a dormire. Dei tubi poi portavano il loro odore direttamente nel tendone centrale, dove di notte venivano rilasciate le zanzare. Nel tendone centrale il test olfattivo per le preferenze delle zanzare veniva fatto osservando come si posizionavano sulle piattaforma di atterraggio collegate ai tubi, dei dischi di alluminio riscaldati a 35°C per mimare la temperatura della pelle umana, spiegano gli autori su Current Biology, collegati a videocamere a infrarossi.

Zanzare a caccia di prede non casuali

Come ipotizzato correnti d’aria, calore, anidride carbonica, odori, e verosimilmente anche la vista una volta in prossimità dell’ospite, influenzano il movimento delle zanzare. In fatto di preferenze individuali mostra che alcune persone risultato più attrattive di altre, e il motivo va cercato nel loro odore, riducibile a una serie di composti volatili. “Una scoperta importante del nostro studio è che gli acidi carbossilici e l’acetoino (sostanze prodotte dalla ghiandole sebacee e dal microbiota, ricordano gli autori, nda) sono associati ad un’elevata attrazione e l’eucaliptolo invece è associato a una bassa attrattività per la zanzara della malaria Anopheles gambiae – riprende Giraldo – Studi precedenti avevano osservato che gli acidi carbossilici sono associati ad un’elevata attrattiva per la zanzara della febbre gialla Aedes aegypti”.

Repellenti o trappole contro le punture

Malgrado il carattere innovativo del setting di studio, anche in questo caso pensare di sfruttare quanto osservato in modo da renderlo già applicativo è prematuro, ammette il ricercatore: “Questo studio è stato condotto solo su un gruppo di sei persone, e per ora possiamo solo dire che l’eucaliptolo è associato a una bassa attrattività, forse derivante dagli aromi presenti nella dieta o da una dieta ricca di vegetali. “Non possiamo ancora confermare se l’eucaliptolo agisca come repellente, ma speriamo di fare un test molto più grande per confermarlo. Speriamo che questo screening ci permetta di trovare più composti presenti nell’odore umano che respingono le zanzare”. O al contrario, comprendendo quelli che li attraggono, utilizzarli per creare delle trappole per divergere l’attenzione delle zanzare, ha spiegato Conor McMeniman della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, a capo dello studio. In futuro il team proseguirà gli studi cercando poi di capire se esistono alcuni fattori, come la dieta e il microbiota della pelle, che influenzano gli odori emessi da una persona, cercando magari di sfruttare anche questa informazione come alternativa ai repellenti: “Studiando questi aspetti avremo informazioni su quali diete o comportamenti potrebbero alterare gli odori emessi da una persona per ridurre l’attrazione delle zanzare”, conclude Giraldo.



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di Anna Lisa Bonfranceschi www.wired.it 2023-05-28 04:50:00 ,

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